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La prima elettrica di Peugeot

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Presentata 80 anni fa, VLV aprì nel 1941 la storia delle automobili elettriche della Casa del Leone.

Francia 1940. La Seconda Guerra Mondiale è scoppiata da pochi mesi. Le truppe della Wehrmacht hanno occupato la Francia. In tutta Europa, cibo, materie prime e ovviamente carburanti sono razionati. Per sopperire alla carenza di acciaio e di benzina per uso privato, Peugeot progetta una vettura che richiede il minimo di lamiera e che funziona con un motore elettrico. Dopo aver pensato di utilizzare i brevetti CGE-Grégoire, nell’Agosto di quell’anno la Casa del Leone cambia decisamente direzione e prepara una propria cyclecar da 550 kg, il tipo New-Map, due prototipi della quale vedono la luce nel Settembre 1940.

Nasce così il modello VLV (Voiture Legere de Ville ovvero automobile leggera da città) che il 28 Marzo 1941 viene sottoposta ad omologazione. E’ una piccola spider con una leggera carrozzeria in alluminio dalla linea molto semplice ed originale, caratterizzata dalla presenza di un unico faro anteriore e da ruote posteriori molto ravvicinate tra loro. Lunga 2.670 mm e larga 1.210 mm, la Peugeot VLV pesa solo 365 kg. Sotto il cofano anteriore sono alloggiate 4 batterie da 12 Volt del peso complessivo di 180 kg collegate in serie con caricabatterie Alsthom, mentre dietro all’abitacolo è installato un motore elettrico Safi GL49 che sviluppa una potenza compresa tra 1,5 e 3,5 CV a 2.250 giri/minuto e che permette alla vettura di superare i 30 km/h. L’autonomia è di circa 70-80 chilometri.

L’accoglienza da parte della stampa specializzata è abbastanza realistica. “Questa vettura costituisce un mezzo comodo per gli spostamenti in città ed in periferia. La velocità è sufficiente in città: con la vetturetta elettrica Peugeot si possono raggiungere le prestazioni di un ciclista di buon livello ed allenato, il tutto senza la minima fatica”. La Peugeot VLV diventa così l’automobile dei medici e degli avvocati, ma anche della Posta.

Le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e di accumulatori tipiche di quegli anni difficili fanno sì che il ritmo della produzione sia molto caotico e dalle officine de La Garenne escono complessivamente solo 377 Peugeot VLV. La produzione si interrompe improvvisamente nel 1943 per ordine del Comitato d’Organizzazione dell’Automobile, organismo costituito dallo Stato nel periodo  del governo di Vichy che vieta ai costruttori di diversificare l’attività e quindi limitare il potenziale industriale del Terzo Reich.

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